Il tema centrale dell’ENGIE Green Friday Forum 2019 è l’inversione di rotta per fermare le emissioni, il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale.
Giuseppe Sala, Sindaco di Milano
La presenza qui oggi all’ENGIE Green Friday Forum di rappresentanti del mondo dell’impresa, delle Istituzioni, dell’università è un segno della crescente sensibilità al tema della sostenibilità ambientale. Milano è un modello in questo senso, non solo a livello nazionale, con politiche ambientali destinate a cambiare radicalmente la città nei prossimi decenni, dai progetti di riforestazione urbana, come il progetto ForestaMI, di cui ENGIE è partner, ai piani per la mobilità sostenibile e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati. Credo che la questione ambientale sia l’occasione per un nuovo protagonismo dei giovani in politica. La consapevolezza, la maturità e la passione dimostrate dai giovani nella lotta per l’ambiente, rappresentano il carburante che può ridare forza e visione del futuro alle nostre democrazie.
ENGIE ha commissionato a Euromedia Research, Politecnico di Milano e ANCI ricerche finalizzate a restituire lo stato dell’arte della percezione del cambiamento climatico dei cittadini, delle aziende e delle città.
Cambiamento climatico
I cittadini italiani mostrano consapevolezza (77%) e interesse (76%) rispetto ai cambiamenti climatici. Dai successivi approfondimenti dell’indagine l’82,3% associa correttamente gas serra a riscaldamento globale e meno del 15% degli italiani conosce le temperature riferibili al riscaldamento globale. Nonostante il parere quasi unanime della comunità scientifica, ancora un 13% ritiene la minaccia del surriscaldamento globale un allarme infondato (terrorismo psicologico o bufala).
Più della metà degli intervistati (56%), ha modificato i propri comportamenti in un’ottica più green e il 35% pensa di farlo, purché non debba rinunciare a determinati comfort.
Alessandra Ghisleri
È importante costruire su questa propensione degli italiani a orientare i propri comportamenti verso scelte più sostenibili, ed è altresì fondamentale che anche le aziende perseguano con convinzione l’obiettivo delle emissioni zero. Ad oggi, ad esempio, pur dichiarando interesse al tema nell’86% dei casi, solo il 17% misura la carbon footprint delle attività aziendali e un piccolo 4% prevede misure di mitigazione/compensazione delle emissioni prodotte.
I cittadini si aspettano che le istituzioni facciano la propria parte e intraprendano azioni per contrastare i cambiamenti climatici. E le aziende? Secondo la ricerca Euromedia, l’86% delle intervistate dichiara di essere sensibile al tema, ma ben l’83% non misura le emissioni di CO2 della propria attività. Il 40% delle imprese afferma di aver adottato interventi per migliorare l’efficienza energetica (illuminazione a led per il 24%, fotovoltaico per il 20%).
Cambiamento climatico
Il Professor Vittorio Chiesa del Politecnico di Milano evidenzia come le azioni realizzate o programmate finora dalle aziende siano soprattutto guidate da obblighi normativi e/o dal ritorno economico derivante dal risparmio energetico prodotto dalle misure adottate.
Professor Vittorio Chiesa del Politecnico di Milano
Le emissioni di CO2 nel mondo continuano ad aumentare, ma nel nostro paese la tendenza è inversa. L’obiettivo è rendere l’Italia il laboratorio della decarbonizzazione e io credo che si possa fare un parallelismo con l’efficienza energetica di 10 anni fa. Tutte le aziende avevano scarsa consapevolezza dei propri consumi energetici, mentre oggi sono attentissime.
Euromedia Research ha realizzato la ricerca attraverso interviste telefoniche e via web, su due differenti target: un campione di 2000 cittadini e 277 imprese.
La decarbonizzazione può seguire lo stesso percorso, portando le aziende a riflettere sul proprio ruolo sociale e quindi indirizzarsi a una riduzione dei consumi di cui tutti gli stakeholders potranno beneficiare. Questa consapevolezza viene ancora prima delle norme e del beneficio economico che ne consegue.
Cambiamento climatico
Ruolo fondamentale nell’indurre un vero cambio di paradigma è quello delle città che, secondo le Nazioni Unite, pur occupando solo il 3% della superficie terrestre, sono responsabili del 75% delle emissioni e del 60/80% del consumo energetico.
Prof. Roberto Buizza, fisico e climatologo della Scuola superiore Sant’Anna
Se vogliamo evitare di arrivare a soluzioni sempre più difficili da gestire, bisogna ridurre le emissioni. Abbiamo risorse e tecnologia. Dobbiamo decidere come investire queste risorse. Scelte di lungo periodo che tengano conto dell’impattoambientale e si pongano come obiettivo una riduzione della CO2 emessa ci permetteranno di continuare a crescere ma allo stesso tempo di evitare i cambiamenti climatici drastici.
Architetto Stefano Boeri, presidente Triennale di Milano, architetto e urbanista
Le metropoli del mondo, che consumano il 70% delle risorse naturali e producono il 75% delle emissioni globali di CO2, sono tra le principali cause dell’attuale crisi ambientale. È necessario quindi intervenire subito attraverso una serie di strategie e azioni concrete – dalla mobilità elettrica alla riqualificazione energetica degli edifici, dall’uso di energia pulita alla forestazione urbana – per provare a fermare il cambiamento climatico, partendo proprio dalle città. A Milano, il progetto ForestaMi, a cui aderirà anche ENGIE, prevede la piantumazione di 3 milioni di alberi da qui al 2030 all’interno dell’area metropolitana e renderà Milano una capofila nella forestazione urbana e nella lotta al cambiamento climatico.