Riccardo Bani, presidente di Teon, fornisce un quadro sullo smog e alcune possibili soluzioni con alcuni dati relativi alla città di Milano.
L’azienda dispone infatti di una tecnologia già adottata da diversi clienti in grado di evitare l’uso di combustibili fossili per riscaldare, permettendo di azzerare emissioni in loco con importanti risparmi sulla bolletta energetica.
Come oramai da diversi anni, anche quest’anno si torna a parlare di inquinamento. È purtroppo troppo eloquente ed allarmante l’immagine scattata dall’astronauta Paolo Nespoli che immortala stamane lo smog sull’intera pianura padana. La situazione peraltro peggiora di anno in anno anche per la riduzione della piovosità provocata dai cambiamenti climatici.
I grandi colpevoli, soprattutto nei centri urbani sono sempre i soliti: le auto e il riscaldamento.
E disarmanti sono anche le soluzioni: attesa della pioggia e limitazione del traffico ai diesel più “datati”. In realtà quest’anno alcune città del nord hanno anche cercato di introdurre una campagna di sensibilizzazione per tenere le caldaie ancora spente, visto le temperature alte registrate negli ultimi giorni.
In realtà è oramai necessario e improcrastinabile lavorare concretamente per un modello di città dotata di mobilità e riscaldamento sostenibile oggi fattibile grazie alla tecnologia. Ed i sindaci delle principali città metropolitane del nord dovrebbero farsi promotori di simili progetti dando dove possibile per primi l’esempio.
Si perché ridurre, o addirittura eliminare, l’inquinamento in città è possibile. Nel riscaldamento ad esempio attraverso una tecnologia semplice ed economica potremmo riscaldare i nostri edifici senza utilizzare i combustibili fossili. Se a Milano sostituissimo la metà degli impianti per il riscaldamento a gasolio potremmo dimezzare le emissioni in pochissimo tempo.
Considerando la sola anidride carbonica, l’intervento avrebbe l’effetto equivalente di togliere dalla circolazione 134.000 auto in città (su di un parco registrato di ca. 700.000 automobili): una coda più lunga della distanza Milano-Roma. Per le famiglie milanesi vorrebbe dire respirare aria più pulita e risparmiare sulla bolletta energetica.
Smog? La soluzione c’è – ll luogo comune da sfatare
Quello del riscaldamento è considerato, a torto, un settore nel quale è pressoché fatale l’uso di combustibili fossili e quindi per riscaldarsi è necessario emettere polveri sottili e altri inquinanti.
In realtà le pompe di calore sono molto più efficienti delle caldaie, non emettono inquinanti nel luogo d’uso e fanno ricorso al 70%-80% di energia rinnovabile.
La firma del protocollo di Kyoto ha dato l’avvio ad una grande trasformazione nel settore della produzione di energia elettrica in Italia così come nella mobilità. Oggi, ad esempio, il 40% dell’energia elettrica consumata è generata da fonti rinnovabili, in particolare da impianti fotovoltaici o eolici, anche attraverso un nuovo modello di produzione rinnovabile diffusa. La diffusione (incentivata) di veicoli elettrici e biocombustibili sta aprendo le nostre città ad una mobilità sempre più sostenibile.
Nessun progresso di rilievo invece, nel settore del riscaldamento, al punto che oggi esso rappresenta la principale fonte di inquinamento delle nostre aree urbane in termini di PM10. In media, il contributo fornito dal riscaldamento alle emissioni di particolato primario è pari a circa il 43%. Non solo; sebbene le emissioni provenienti dal settore industriale e dai trasporti su strada siano diminuite dal 2000 del 63% e del 50% rispettivamente, quelle da riscaldamento sono aumentate del 47% (e del 62% a livello nazionale).
Un andamento simile si riscontra per le emissioni di monossido di carbonio (CO). È proprio in questo contesto che si inseriscono le pompe di calore, per offrire una soluzione concreta quanto unica a migliorare la qualità dell’aria -oramai irrespirabile- nelle nostre città. La trasformazione avviata nei mercati dell’energia elettrica e dei trasporti si può davvero realizzare velocemente anche nel settore del riscaldamento, riducendo in modo strutturale il ricorso a combustibili fossili e le loro emissioni nocive nel microclima cittadino, evitando soluzioni inefficaci e contingenti.
Le pompe di calore introducono energia rinnovabile pulita anche nel settore del riscaldamento
Sono macchine intrinsecamente ben più efficienti delle caldaie perché non creano energia termica ma la “estraggono” da una sorgente fredda trasportandola ad una destinazione calda e, visto che fanno il contrario di quello che farebbe madre natura, hanno necessità di consumare energia elettrica, anche se in quantità di molto inferiore all’energia offerta (detta “utile”).
Per rendere disponibile in ambiente 100 unità di energia termica, una caldaia deve bruciare ca. 120 unità di energia chimica del combustibile fossile o biomassa: le pompe di calore invece utilizzano 30 unità di energia elettrica (a zero emissioni in-loco) per rendere disponibili le stesse 100 unità di energia termica utile, estraendole dalla fonte rinnovabile (acqua o aria).
Il valore per una città come Milano
Nel solo comune di Milano sono oggi presenti oltre 2000 centrali termiche a gasolio di taglia media pari a 200kW, utilizzate per il riscaldamento centralizzato.
Durante la stagione invernale (15 ottobre-15 aprile) queste caldaie riversano nell’aria della città ca. 12,7 tonnellate di PM10, 250 tonnellate di SO2, 150 tonnellate di NOx e più di 188 mila tonnellate di CO2.
Sostituire, ad esempio, la metà di questi impianti con la tecnologia della pompa di calore (una penetrazione dell’1,5% rispetto alle centrali termiche complessive del Comune) implicherebbe il dimezzamento di tutte emissioni sopra indicate. Considerando la sola anidride carbonica, l’intervento avrebbe l’effetto di togliere dalla circolazione 134.000 auto in città (su di un parco registrato di ca. 700.000 automobili): una coda più lunga della distanza Milano-Roma.
Non solo: la bolletta a carico dei cittadini interessati sarebbe ridotta di ca. 26 milioni di euro ogni anno (ovvero del 60% della spesa indirizzata, pari a ca. 43 milioni di euro) ed il risparmio equivalente di carburante per auto di ulteriori 80 milioni di euro. Non consideriamo poi l’effetto sulla salute (e relativi costi) dei milanesi.
Teon per l’ambiente e la tecnologia TINA
Teon nasce con l’intento di fornire una risposta d’impresa alla salvaguardia ambientale e alla riduzione delle emissioni in atmosfera investendo in tecnologie per la riduzione dei consumi energetici.
Teon, nel proprio portafoglio di tecnologie, dispone di una pompa di calore ad alta efficienza e alta temperatura unica al mondo nel suo genere denominata TINA.
Il grande vantaggio della tecnologia TINA è quello di consentire l’applicazione della pompa di calore anche negli impianti di riscaldamento esistenti che dispongono di termosifoni e richiedono temperature dell’acqua calda più elevate.
Le pompe di calore tradizionali infatti scaldano l’acqua di mandata del circuito di riscaldamento fino a ca. 55°C, per questo motivo sono utilizzabili nei nuovi impianti di riscaldamento, cosiddetti a “bassa temperatura” o “bassa entalpia” ma non possono essere utilizzate per impianti di riscaldamento tradizionali, i classici impianti a termosifoni, che hanno bisogno di acqua a 80°C e che rappresentano la stragrande maggioranza del costruito cittadino (e del paese più in generale).
TINA (e RETINA, che offre anche raffrescamento estivo) è una pompa di calore idrotermica ad alta temperatura che scalda l’acqua del circuito a 80°C e trova il suo naturale inserimento negli impianti di riscaldamento esistenti, senza intervenire su tubazioni o caloriferi, ma semplicemente sostituendo la caldaia e mandando in pensione per sempre la canna fumaria. Il 70% dell’energia necessaria per produrre il riscaldamento viene estratto da acqua di prima falda (o lago, fiume, ecc.) e per il restante 30% si utilizza energia elettrica.