Le emissioni di carbonio nel settore ICT, le analisi di Ericsson

Il report considera il consumo di elettricità ma anche le emissioni di gas serra associate all’energia e ai materiali utilizzati.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT, le analisi di Ericsson

Da oltre 20 anni, Ericsson studia le emissioni di carbonio prodotte dalle tecnologie digitali; l’azienda ha pubblicato un report che analizza l’impatto ambientale dell’ICT.

Quantificare la carbon footprint della nostra vita digitale non è un compito difficile, ma è necessario comprendere come funziona la tecnologia, il suo sviluppo e utilizzo.

Nel report “A quick guide to your digital carbon footprint” sono analizzate in modo scientifico le emissioni di carbonio del comparto ICT e sfatati alcuni falsi miti.

Si parla molto delle emissioni di carbonio generate da prodotti e soluzioni digitali. Secondo alcuni, le emissioni di carbonio generate dal settore del gaming sono paragonabili a quelle prodotte da un volo aereo. Altri invece condannano l’impatto climatico prodotto dallo streaming o dai social media.
Spesso però, queste affermazioni si basano su dati non corretti o imprecisi, su informazioni obsolete.

Il report non si limita a considerare il consumo di elettricità per l’utilizzo dei prodotti, ma prende in esame anche le emissioni di gas serra associate all’energia e ai materiali utilizzati.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT

La valutazione del ciclo di vita dei prodotti è importante perché tiene conto dell’impatto ambientale di un prodotto dalla creazione alla sua fine.

L’impatto climatico dell’ICT viene misurato secondo tre livelli:

  • le emissioni dirette di carbonio generate dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei prodotti ICT
  • gli effetti indiretti positivi o negativi sulle emissioni derivanti dall’utilizzo della tecnologia (ad esempio, sostituire un viaggio di lavoro con una conference call)
  • l’impatto su comportamenti e preferenze da parte degli utenti

– L’ICT è paragonabile all’aviazione in termini di emissioni di carbonio?
La carbon footprint del ciclo di vita totale del comparto ICT è pari a circa 730 milioni di tonnellate di CO2 (Mt CO2-eq), che corrispondono all’1,4% delle emissioni totali di gas serra.
Nel 2015, le emissioni prodotte dalla combustione di carburante nell’aeronautica sono state di circa 800 milioni di tonnellate di CO2. Pertanto, in modo sbilanciato, l’ICT potrebbe essere paragonato all’aviazione, ma solo per il consumo di carburante. Tutto questo senza tener conto delle emissioni generate da altre attività, come la fabbricazione di aeroplani, il funzionamento degli aeroporti, lo smaltimento dei velivoli…
In realtà, le emissioni di carbonio di un viaggio transatlantico andata e ritorno sono pari a quelle generate dall’utilizzo di uno smartphone per oltre 50 anni.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT

Inoltre, si stima che prodotti e soluzioni ICT siano utilizzate dal 70% della popolazione, mentre solo il 10% si sposta in aereo ogni anno. Quindi, se anche la carbon footprint dei due settori fosse uguale, l’impatto sulla popolazione sarebbe diverso.

– Maggiore il traffico dati, maggiore la carbon footprint?
La rapida digitalizzazione e il continuo aumento del traffico dati possono sollevare dubbi su come la carbon footprint dell’ICT potrebbe cambiare nel prossimo futuro.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT, le analisi di Ericsson

Osservando lo sviluppo attuale si evince che il consumo di elettricità e l’impronta di carbonio non stanno seguendo le stesse tendenze del traffico di dati. Dal 2010, il traffico dati totale è aumentato di circa dieci volte, mentre il consumo di elettricità per il settore ICT è rimasto costante.

– Consuma più elettricità vedere un film in streaming o bollire un litro di acqua?
È credenza comune ritenere che lo streaming di video e il download di musica consumino enormi quantità di elettricità. In realtà, il consumo dello streaming dipende dal dispositivo, dallo smartphone, dal tablet, dal computer o dallo schermo che viene utilizzato.
In un confronto approssimativo, lo streaming di 400 film di due ore su un laptop collegato a uno schermo esterno consumerebbe la stessa quantità di elettricità di un moderno frigorifero in un anno.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT

Se la fruizione fosse su smartphone, si potrebbero riprodurre in streaming 2.900 film utilizzando la stessa quantità di elettricità.
Confrontando lo streaming con altre attività quotidiane, risulta che l’elettricità necessaria per la guida di un’auto elettrica per 1 Km è di circa 0,15 kWh (per un’automobile a benzina il valore sale a 0,7 kWh), per portare a ebollizione un litro di acqua in un bollitore elettrico servono 0,1 kWh, mentre l’elettricità necessaria per lo streaming di un video di 2 ore su uno smartphone è di 0,04 kWh (rete e data center inclusi).

– L’esempio della canzone “Despacito”
Nella primavera del 2018, diversi media hanno riferito che i circa 5 miliardi di download della famosa canzone “Despacito” avevano consumato un quantitativo di elettricità paragonabile al consumo annuale di Ciad, Guinea-Bissau, Somalia, Sierra Leone e Repubblica Centrafricana messi insieme.

Il report sviluppato dal Consumer and IndustryLab Ericsson ha esaminato più da vicino questo esempio. I 5 miliardi di download su uno smartphone richiederebbero circa 0,005 TWh (un dato 200 volte più piccolo di quanto stimato, che include anche le componenti di reti e data center). In genere, il download di un brano richiede 0,001 kWh. In confronto, il consumo di elettricità dei suddetti paesi è stato di circa 1TWh nel 2017.

Le emissioni di carbonio nel settore ICT

Le emissioni di carbonio nel settore ICT, le analisi di Ericsson

– Il ruolo del 5G
In passato ogni nuova generazione di reti mobili ha aumentato il consumo di energia e le emissioni di carbonio. Dal punto di vista energetico, il 5G è lo standard più efficiente mai sviluppato e contribuirà a spezzare questa tendenza.
Le tecnologie emergenti – abilitate dal 5G – saranno fondamentali per consentire a industrie, città e Paesi di ridurre la loro carbon footprint.

Il progetto “Logistics of the future in Sustainable Smart Ports” ha definito un modello innovativo per la valutazione dell’introduzione di nuove tecnologie, in particolare il 5G, nei processi portuali.
Tra i partner: Fondazione Eni Enrico Mattei, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, CNIT, Ericsson Italia e TIM.

È stato dimostrato che la connettività 5G è in grado di generare una molteplicità di benefici diretti ed indiretti per il sistema portuale. Questo, promuovendo l’aumento di competitività e di sicurezza per il personale e la crescita sostenibile. Si sostiene inoltre la gestione del business responsabile nella logistica e un impatto ambientale positivo che si stima in un risparmio di CO2 dell’8,2% annui, pari a quasi 148.000 Kg di CO2.