Prenderà vita a Imola, con Bryo, azienda partecipata da ConAmi, una prima comunità energetica, mediante la quale le imprese aderenti potranno produrre, consumare e vendere energia elettrica.
Comunità energetiche, energia per tutti gli aderenti
Fino a oggi in Italia era possibile produrre e consumare energia da un impianto posizionato sul proprio tetto, e la si poteva vendere al vicino nel momento in cui però le particelle catastali fossero contigue. In altre parole, non era possibile vendere l’energia a realtà anche solo dall’altro lato della strada. Grazie all’introduzione delle comunità energetiche si superano questi limiti, con la regola che tutti gli aderenti che sono allacciati alla stessa cabina di media e bassa tensione possono usufruire di quella energia. Si supera così il concetto di povertà energetica.
Davide Gavanelli, amministratore delegato di Bryo
Il concetto di comunità energetica si intreccia profondamente con quelli che sono i temi dell’innovazione energetica, ma anche e soprattutto dell’innovazione territoriale che guarda allo sviluppo imprenditoriale e alla sostenibilità ambientale. L’Italia ha recepito le direttive europee e ha introdotto un regime transitorio, incentivato dal GSE con un Conto Energia applicato per i prossimi 20 anni, per favorire la possibilità per cittadini, imprese ed enti locali (per ora solo i Comuni) di produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia ottenuta da fonti rinnovabili.…Si tratta di un’innovazione molto importante, a Imola stiamo lavorando per dare vita a una comunità energetica, abbiamo già definito lo statuto e il regolamento per chi aderisce. Abbiamo individuato quattro imprese (la legge dice che ne servono almeno due – ndr) che si collocano geograficamente all’interno di una circonferenza con un raggio di circa 500 metri, che ha al suo centro la cabina di media e piccola tensione alla quale fanno riferimento.
Il progetto pilota entro luglio
Siamo agli inizi di questo processo e in Italia non sono tante le realtà in grado di operare a questo livello. Quindi Bryo si candida a essere il portabandiera di questa innovazione, almeno per quel che riguarda il territorio dei comuni facenti parte del ConAmi.
Investimenti da sostenere
Fabio Bacchilega, presidente del ConAmi
La lungimirante progettualità di Bryo focalizza con decisione uno scenario sempre più caratterizzato dalla valorizzazione delle risorse e delle potenzialità territoriali. Elementi che alimentano una crescente sensibilità all’indirizzo del concetto di transizione ecologica puntando sulla qualità e sull’innovazione nel rispetto dei dettami normativi.Investimenti che sosterremo con rinnovata spinta propulsiva sulla base della proficua operatività di Bryo sul territorio suggellata dai positivi dati di bilancio e da una spiccata visione progettuale. In tal senso, il ruolo di ConAmi potrà essere ancor più funzionale per il percorso di relazioni sinergiche con gli enti pubblici che rappresentano il capitale sociale del consorzio.
Il ruolo di Bryo
Tenendo conto che la legge vieta ai gestori e fornitori di energia elettrica di fare parte di una comunità energetica e Bryo è tra questi, il ruolo che però può avere è quello di essere promotore, finanziatore, facilitatore di un progetto di comunità energetica.
Bryo si incarica di trovare le risorse, finanziare il progetto, realizzarlo e gestirlo. Di fatto le quattro aziende che hanno aderito non avranno costi d’investimento e risparmieranno circa il 20% sul costo dell’energia che, tutta o in parte, non dovranno più comprare dai fornitori tradizionali. Bryo sarà proprietaria dell’impianto che fa parte della comunità, quindi incasserà materialmente i contributi del GSE, trascorso un tempo di convenzione, generalmente attorno ai 10, 12 anni, la comunità energetica può diventare proprietaria degli impianti con una vita utile ancora di 15-20 anni. Si tratta inoltre di un sistema aperto, oggi a Imola partiamo con quattro realtà aderenti, ma altre si possono aggiungere liberamente, con l’unico limite di dovere fare riferimento alla stessa cabina di media e bassa tensione.
Come funziona la distribuzione di energia
L’energia prodotta da questi impianti è contabilizzata: da una parte viene incentivata dal GSI, dall’altra parte viene somministrata ai vari aderenti alla comunità. Se queste quattro imprese hanno, per esempio, quattro impianti da 50 kilowatt di energia prodotta, questa energia viene prioritariamente autoconsumata dalla impresa dove è collocato l’impianto, nel caso che abbia un consumo superiore alla produzione può prelevare energia dagli altri impianti, sempre che vi sia disponibilità dopo l’autoconsumo. In questo modo vi è uno scambio reale di energia fra tutti i componenti della comunità e se ne resta, per esempio nei giorni festivi o nei periodi feriali, viene immessa in rete e pagata dal GSE. In pratica le imprese avranno un contatore che contabilizza l’energia acquistata dagli impianti della comunità energetica e pagheranno ciò che consumano in maniera scontata rispetto al prezzo di mercato.
Per le imprese della comunità energetica il vantaggio è immediato
Bryo offre, quindi, un’opportunità di innovazione energetica che si può trasformare in opportunità imprenditoriale. Le imprese, infatti, avranno una riduzione da subito dei costi energetici senza nessun tipo di investimento.
Davide Gavanelli
La nostra forza sta nel fatto che siamo in grado di offrire una parte di engineering privata di elevata professionalità, un installatore di impianti di qualità, una solidità societaria che mette al riparo da eventuali problemi di stabilità aziendale. Infine, avendo al nostro interno un socio pubblico come il ConAmi, riusciamo a coordinare meglio tutti gli aspetti normativi. Si tratta di un sistema facilmente replicabile in tutti i territori. Noi stiamo partendo da Imola con l’intenzione di coinvolgere tutti i comuni aderenti al noto consorzio e siamo convinti che presto avremo richieste da tutta Italia, dopo dipenderà dalle scelte aziendali che saremo in grado di fare.